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NOEMI CANTELE, TRA SOGNI E REALTA', IERI SERA A CITTIGLIO NELLA FESTA TRICOLORE

 


NOEMI CANTELE, TRA SOGNI E REALTA', IERI SERA A CITTIGLIO NELLA FESTA TRICOLORE

 È stata un concentrato di forti emozioni, la serata organizzata dalla Cycling Sport Promotion per celebrare la doppia impresa di Noemi Cantele, capace di vincere in Sicilia due campionati italiani in un colpo solo, su strada e a cronometro. Spostata dal parco di Cittiglio all'accogliente salone dell'hotel “La Bussola” per il nubifragio che si è abbattuto sul Varesotto (la proverbiale nuvoletta di Mario Minervino?), la manifestazione ha visto una folta presenza di tifosi, amici, familiari, curiosi, autorità, giornalisti, addetti ai lavori. Con due ospiti d'eccezione: oltre alla festeggiata, ecco Ivana Panzi, l'unica altra varesina nell'albo d'oro. La Panzi vinse infatti il titolo nazionale nel 1971 in Toscana, battendo califfe come Tartagni e Maffeis: ha esibito la maglia conquistata in quell'occasione, bianca con lo scudetto sul petto, poiché la casacca tricolore fu introdotta qualche tempo dopo. Sotto l'abile conduzione di Alessandro Brambilla, il pubblico ha vissuto l'alternanza tra parole e immagini. Sono ripassati sullo schermo i filmati delle vittorie di Noemi a Milazzo (prova in linea, dominando la gara e superando allo sprint l'ex iridata Guderzo) e a Paternò (contro il tempo), scanditi dagli applausi della sala. Si è ripercorsa la carriera della ragazza di Arcisate, che domenica 17 compirà trent'anni, attraverso un collage di immagini a fissare successi e delusioni. Poi Noemi ha dialogato a ruota libera con il giornalista de “La Provincia di Varese” Stefano Affolti. Lo studio: «Tenevo molto alla laurea in economia: solo dopo mi sono dedicata anima e corpo al ciclismo». Gli esordi: «Cominciai per gelosia verso mio fratello maggiore, che correva. Cominciai in fretta a vincere, forse diventò geloso lui», e Adriano dalla platea smentiva. Gli affetti: «La famiglia per me è un punto di riferimento irrinunciabile. Con mia madre ci capiamo con uno sguardo. Adriano è il mio migliore amico, gli confido tutto. E papà mi segue ovunque, credo che alle gare si stanchi più lui di me». I crediti con la sorte: «Per  vincere devono andare a posto tutti gli incastri, spesso me ne è mancato uno. I rimpianti? Stoccarda 2007: ero la più forte, ma fui investita dalle transenne spostate dal vento. E Pechino: era la “mia” Olimpiade, non potei prepararla bene per un piccolo grande problema fisico». Il Trofeo Binda: «Ci provo ma non lo vinco mai, neanche se suggerisco il percorso. Forse non è la mia corsa, ma fino a un mese fa lo dicevo anche dei campionati italiani: in Sicilia non volevo neppure andare!». E poi i sogni: «Londra 2012 potrebbe essere il punto d'arrivo della carriera: è ancora lontana, se ci andrò sarà per una medaglia». Gli incubi: «Il Mortirolo? Bello, lassù c'è un gran panorama». Le rivali straniere: «La Vos è un fenomeno. Il giorno della tappa del Mortirolo al Giro dissi a un amico che se avesse rivinto lei mi sarei ritirata. Per fortuna era una battuta». E quelle italiane: «Tra me e la Guderzo c'è una rivalità forte, ma quando andiamo ai Mondiali noi azzurre dettiamo legge proprio perché riusciamo a formare un gruppo unito. Si è visto a Mendrisio, si è rivisto a Geelong». La serata si è chiusa con la premiazione delle due campionesse d'Italia da parte di patron Minervino, i pasticcini del compleanno di Noemi e l'assalto alla fuoriclasse di Arcisate per gli autografi sulle cartoline ricordo della doppietta tricolore, realizzate per l'occasione. Cittiglio ha confermato di essere la capitale del pedale rosa italiano.

 
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